Conosci te stesso


Vanità d’ogni umano sapere

vanità di dottore, d’ingegnere

d’ogni alloro posato sul capo

d’ogni titolo a inchiostro vergato

appeso, incorniciato al muro.

Vanità d’ogni medaglia sul petto

d’ogni comando, d’ogni pennacchio

vanita d’ogni orgoglio, ogni onore

che anche chi sa di non sapere

è vana illusione, se non conosce

sé stesso, se non rinasce da questo

 

Potrebbe non bastare una vita

qualsivoglia, distrattamente pigra

non settimane non mesi non anni

nascondendo gli affanni sotto la giacca

rifiutandosi la conta dei danni,

troppo dolore nel guardarsi dentro

ma non c’è sai altro comandamento

che nella vita conti quanto questo

 

Conosci te stesso valutandoti

straniero, ogni indulgenza negata

buttata ogni remora, banali

gli alibi non più accettabili

ogni difesa con te stesso vana.

Siamo misto di lordura e sublime

doppio filo, tela di stoffa fine

trama di ossa, carne e sangue

non dimenticarne alcuna parte

non ti accontentare della fonte

battesimale, del registro delle

presenze, della lista elettorale

dell’epigrafe contemporanea

incisa in capitale quadrata

lapidaria, il codice fiscale

dalla culla all’urna funeraria

e ora il token di firma digitale

 

Conosci te stesso, il tuo demone

quello che è sotto, quello che viene

prima dei documenti dai tormenti

del sangue uterino, convulsioni

in cui nasciamo, lì sorge il demone

che non condividiamo, selvaggia

verità per quanto l'accantoniamo

tutta la vita ci richiamerà

dal profondo che non sai nominare

 

Ascoltami ragazzo, dammi retta

conosci te stesso, paga il prezzo

abbi il coraggio, affaccia all’abisso

che sta sotto l’ordine anestetico

delle cose, dove gorgoglia il senso

dove il grumo agglutina denso

dove il sangue più rosso ribolle

quasi da fonte sacrale distilla

vita che pulsa incontaminata

lì ove non si entra accompagnati

saprai a cosa tua natura è vocata.

Solo col tuo demone che ti guida

questa esistenza non farà paura