La sopravvivenza degli antichi dei


Qualcuno ancora cerca un dio

moderno, da aggiungere al coro

di giudici legislatori, soli

fustigatori dei comandamenti?

Qualcuno ne rimpiange i giudizi

e i tempi, ne annuncia altri

nuovi sopravvenienti?  Lasciate per

favore perdere le divinità

onnipotenti, che prepotenti

benedicono crociate e stragi,

torniamo a ciò che andò perduto

nei naufragi della saggezza antica

 

Riconosciamo che l’uomo è campo

di battaglia di differenti forze

il cui nome è traslato nei pianeti,

che non solo sopravvivono antichi

dei, non son mai morti perché sono

materia di cui siamo fatti, anzi

meglio sono pulsioni che muovono

i nostri atti, che non per via di

ontologia si comprende l’uomo

ma da ciò che lo spinge agli atti

 

Non c’è l’essere, è un’astrazione

c’è solo ciò che accade, e ciò

che accade è il manifestarsi forte

di ostinate forze di psiche che

nominammo vocando Olimpo e Ade.

Sono archetipi della vita viva

non statue votive, sono dette

pagane silvane incarnazioni

per leggere e comprendere pulsione

attiva, e quindi la realtà che da

quelle è plasmata, è nostra vita

 

Sole vitale che si manifesta

illumina, scalda in lui nascita

e crescita di tutte le creature,

ogni qualità riposta nel cuore

 

Luna, sentimento ed emozione

che ti smuove immaginazione, e

nondimeno memoria di mistero

che ci lega alla madre, al suo seno

 

Mercurio, di parola e pensiero

veloci commerci e scambi audaci,

furba risata che non è mai sola

vigile udito, sui piedi vola

 

Venere la bella, l’innamorata

l’invito erotico alla fertile

terra, ove cresce gioiosa ogni

armonia, e ciò che ama afferra

 

Marte la forza e il cuore saldo

coraggio dell’azione di chi osa

affronta il mondo e senza posa

si misura, impavido, spavaldo

 

Loro variegata danza compone

ogni nostro atto, non con regole

comandamenti né peccati ma con

inquieta alternanza di accenti, 

e sempre dinamico volatile

bilancio di slanci e portamenti.

Sopravvivono gli antichi dei

per consentirci di capire meglio

il mondo e noi, perché è vita

che vale, seminatrice feconda

non quella improntata al credere

con indiscussa tacita fede, ma

al comprendere noi, altri e ogni

manifestarsi che chiamiamo storia

e mondo; tutto ciò che accade agli

abitanti di questo blu pianeta

tondo è mosso da queste forze

profonde, sin da lungi incarnate

comunque siano chiamate

 

Nella nostra ascendenza si trova

la maieutica esperienza cresciuta

sui capricci della sorte, dispersa

dall’onnivora morte che macina

i viventi, e rende ai loro occhi

attraenti sogni d’immortalità,

ma a dispetto di ogni libro e

profeta, l’unica cosa che a noi

sopravviverà saranno archetipi

cui vita infonderai, evocando

per lei i nomi degli antichi dei