6 - USCITE DAL MONDO


Per conoscere oltre la rappresentazione occorre uscire dal mondo "ingannando" il corpo: utilizzare specifiche esperienze corporee per "uscire dal mondo"

Come si esce dal mondo?  facendo cose:

.   "inutili" (il mondo quotidiano è l'utile), che non portano benefici economici

.   non logiche (la logica persegue l'utile), quelle che cui ti chiedono: “ma chi te lo fa fare?”

.   corporee (arte, performance, agonismo, trance ...)

 

Uscire dal mondo è un esercizio come gli altri, una abilità che si acquisisce facendo.

È la consapevolezza della necessità di farlo la cosa difficile, perché il mondo la avversa. 

Come si esce dal mondo? lecito porre la questione

in esplicita versione, per non essere poi fraintesi

magari qualcuno pensa modi un po' troppo drastici

ma evitiamo ineleganti gesti scaramantici

non ci sono frecce sui sentieri ad indicar l'uscita

nessun cartello, vertiginosi buchi neri, qualcuno 

cade qualcuno disperso, e se torna è molto diverso.

Uscire è sempre un esercizio pericoloso, da

non fare se non ti senti sicuro di saper rientrare

 

Quando sei fuori vedi tutto con distacco, da lontano

vedi il poco che siamo, vedi dall’alto le nostre pene

e quanto poco si conviene a questa commedia il dramma

che ci piace inscenare, la banalità del male per

tutti sempre uguale, la noia di queste storie di vita

vissuta che ognuno crede eccezionale ma è solo

normale, ordinaria esistenza riprodotta infinite volte

ma mai abbastanza perché ne nasca diffusa sapienza

 

Uscire dal mondo significa non esser solo uno

ma anche altro, sapere che tutti siamo più di quanto

dichiarato al censimento, e ci possiamo guardare

dal di fuori, e volare alti, immobili fissare

quelle caselle di colori laggiù, quegli omini che

come insetti inebriati dagli odori dei fiori ronzano,

e pensare vita incardinata nella volontà

e non nel “reale”, come attorno ci fanno pensare

 

Uscire a propria volontà, liberi uscire e rientrare

dopo aver visto scandalo e verità oltre il velo

dopo aver visto il mondo nudo e vero, senza finzione

aprendo in silenzio, non visti, quell’incognita porta

la cui serratura chiudiamo solo coi nostri complessi.

Fare ciò rende diversi, incomprensibili ai più

originali, inascoltati testimoni oculari

che gridano muti in una lingua ignota di stranieri

che tacciono urlando dal fondo degli occhi sgranati

non sanno come aprire le  parole chiuse nei forzieri

 

Poca cosa serve sapere per uscire dal mondo.

Regola prima è fare cose che non valgan niente

o per meglio dire inutili: utile è pietra al collo.

Fare d’ogni cosa commercio e professione è utile

collocazione per campare, ma devi considerare

che ciò che conta non si può comprare: molti non credono

esista, in questo caso basta, sono senza speranza.

Agirai invece sempre disinteressatamente

anche se ti farà apparire un poco fesso e strano

rifuggi logica che persegue utile, convenienza

ciò che oggi ti conviene ti si rivolterà domani

contro, lasciandoti rimorso e rimpianti a ritmo alterno.

Danari e mattoni ti zavorrano le tasche, le acque

sono alte, se non puoi galleggiare non entrare in mare

 

Non come ti guadagni da vivere, non cosa possiedi

dice ciò ch'è vero di te, sono solo le passioni

cosa ti muove dentro, cosa non puoi smettere di fare?

che cosa ti fa alzare al mattino di buon’ora, in

cosa ti spendi con un sorriso, senza guadagnare se

non alteri sguardi di compatimento, ciglia sollevate

inviti a non buttare soldi e tempo, essere concreto…

 

Nella fatica del podista dilettante, nel dolore

alle gambe della ballerina, nella concentrazione

di ogni amante di ogni attività la più fantasiosa

negli occhi stanchi dello studio aperti su astratte scene

in tutto ciò che si ama e agli occhi del mondo non conviene

in quello stato di assenza felice, di euforia

di trasporto fuori dal dovere e dalla monotonia

in quella lucidità che come un raggio ti trafigge

sensazione elettrica di essere davvero vivo

ora eterno vivo, in questo tuo momento felice

ecco che sei uscito, sei fuori, sbalzato dai binari

sollevato in volo ti giri, guardali poveretti

falsi a sé stessi, tronfi o stanchi, comunque ciechi, monchi

incapaci di vedere, di capire, di sapere, e

rabbiosi, dio quanto rabbiosi nella gabbia della rabbia

che è questo mondo: rabbia menzogna e truffa ne sono le

divinità e ora fuori, benedetto, tu lo sai.

Solo le uscite dal mondo ne svelano, se c'è, il senso

 

Non che sia roba mistica, alchemica, psichedelica

stupefacente o chissà che astrusa stregoneria

niente deliri oratori, farneticanti visioni

o stati alterati di coscienza: uscire dal mondo è un

esercizio, pratica, un’abilità da acquisire

facendo, una tecnica che in ogni specialità si

può innervare, la passione di ognuno la fa volare.

Non è difficile per chi conosca urgenza di sentire

e rapimento altrove: difficile è consapevolezza

della necessità, lasciarsi infine nell’aria tersa

librarsi immobili un metro sopra ,'umanità persa

non ascoltare più, osare ciò che il mondo avversa