Per non dimenticare


Scrivo versi per non dimenticare

il ritmo mi aiuta a ricordare

che niente dura più di tre parole

in bilico viviamo fra nulla e fole

raccontiamo storie e ci crediamo

incolpando quell’inetto di Adamo

del cardine violento della vita,

della sua bocca sempre spalancata

vorace, insaziabile di brama

possesso, roba mia vientene appresso

ambiguità morale travestita

di leggi, regolamenti di conti

con cui spareggi il posto altrui

che nessuno vuol portare il torto

se non è sordo e capisce torta

 

Il ritmo mi aiuta a ricordare

ciò che sta alla radice di ogni

male, perché possesso è violenza

e proprietà è sua veste subdola

confezionata dai dottori della toga

giustificando mondo che gongola

del poveraccio che affoga, mondo

ieri benedetto invocando dio

oggi più profano notaio e legge,

contratti vergati in belle lettere

dorata penna d’oca che sancisce,

protegge il diritto proprietario

denaro universale erario

che eleva inusitato piedistallo

al padrone di terra e di mattone,

molto superiore all’uomo volgare

che senza rogito alcuno, osa voler

vivere e prosperare: che impune!

 

Scrivo versi per non dimenticare

e questo sillabare del pensiero

che sembra ozioso e inconcludente ai più

si rivelerà postumo, potente.

Ignoti poeti sono del mondo

legislatori misconosciuti, le

fiamme dei loro sguardi temuti

incessantemente dragano il niente

alimentano la giusta causa

acido che corrode senza pausa

caustico sgretola le fondamenta,

incredulità come propellente

metrica scandisce aura splendente