Acqua

 

A voi bambine, per sempre regine

dell’acqua futura, e del mio cuore

  

 

Scivolare sull’acqua metafora

di vita, liquidamente riempita

di cose case, fatti amori

dolori anche, che sono poi prova

che ancora respiri, dolori che

l’acqua che cura saprà lenire con

liquida carezza e suo sospiro

 

Non fatto è per la gravità l’uomo

non per gravare sulle proprie ossa

percosse, faticate dagli eventi

ma per ricevere invece una spinta

uguale alla sua massa dal basso

e sentirsi sostenuto, e come

sollevato accompagnato

non ti lascia mai solo l’acqua

abbi fede in me ed Archimede

è la cosa più simile a volare

che si può provare, sciolto il grave

delle corporee limitazioni

scivolare senza peso e attrito

un colpetto di piedi come ali

spinge il balletto del bacino che

si flette, da un brivido assalito

 

Quei poverini che non hanno mai

ricordato come galleggiare, che

lo sapevano pur fare prima di

esser messi in piedi, quei poverini

che hanno perduto confidenza con

la mistica acqua, divenuti

consapevoli bipedi sapienti

impauriti dalle onde del mare

dal ricordo ancestrale di nuotare,

quei poverini vivi riposano

orfani sulla terra pesante

amareggiati, incolpevoli

ignari eppur adatti forse,

ma non hanno avuto buona sorte

 

Nuotatrice che sinuosa sull’acqua

scivoli, ricordi il nostro passato

da dove veniamo, pesci che fummo

anfibi che siamo, spiriti affini

e insieme fluida esistenziale

metafora, priva di gravità

come questa gioia non prosaica.

Leggera, sostenuta da madre blu

distesa e increspata dal vento

sospinta appena da un battere lento

di lontano ti scorgo far ritorno

guizzante senza sforzo all’orizzonte

vivido il corpo, madidi capelli

braccia mulinelli, in verità

nell’acqua nasciamo, ritorneremo